14.04.’19 – Le Palme/C

OSANNA e CROCIFIGGILO: LA PAZIENZA DI CRISTO

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Lettura della Passione secondo Luca (Anno C)

Abbiamo vissuto il tempo delle settimane di Quaresima gustando l’esperienza degli incontri di Gesù. Lo abbiamo ascoltato dibattere con Satana nel deserto a cui ha dato poche parole perché col Male non si discute e non si perde tempo; poi coi suoi amici sul Tabor a cui ha rivelato la Gloria divina. Ha affrontato le dispute coi farisei e i giudei insegnando loro la misericordia divina con la parabola del Padre misericordioso; ed infine ci ha sorpreso lo smacco fatto ai più anziani nella disputa sul giudizio verso la donna peccatrice. Incontri che Gesù ha vissuto nel suo viaggio verso Gerusalemme, incontri che ci hanno concesso la grazia di preparare il cuore, la mente, lo spirito e le forze a vivere l’ingresso solenne di Gesù nella grande città della Pace. E così oggi celebriamo la memoria dell’Osanna esultante e festante della folla, iniziando dai più piccoli, i bambini, e noi ci uniamo a loro per acclamare “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Sì, anche per noi Gesù è Rabbi e Signore; è Maestro e Dio; è Figlio dell’Uomo e Re dei Cieli.

La pazienza di Cristo

Il racconto della Passione di Cristo annunciata da Luca ci immerge ancora di più in questi incontri, allargando di volta in volta i sentimenti di Gesù: i discepoli nell’ultima cena, il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, la disputa dei Dodici su chi doveva essere il più grande, le accuse degli Scribi e dei Dottori del Tempio sul suo essere o no Figlio di Dio, la combutta di Erode e di Pilato su come condannare quest’uomo, la folla che chiede la liberazione di Barabba, le donne che piangono accompagnandolo sul Golgota, gli accusatori ai piedi della Croce, i malfattori accanto a Lui, e da ultimo il centurione che lo proclama “uomo giusto”. Ci siamo accorti che Luca, medico, non ci narra gli atti cruenti della Passione, ma solo l’agonia personale nel Getsemani: non sentiamo della frusta, degli sputi, degli insulti, non si dice nulla del peso della Croce, non ci sono i chiodi, non c’è fiele e aceto sotto la Croce, non c’è neppure la corona di spine. Semplicemente “venne crocifisso”, specificando questo momento come “un grande spettacolo” che la gente era venuta a guardare. Luca è medico e sa bene cosa sta succedendo alla carne di Gesù; conosce il dolore che l’umanità di quell’uomo sta vivendo, e forse ci vuole risparmiare la brutale e cruenta sofferenza che l’uomo giusto sta sopportando per superare l’ingiustizia che gli sta attorno. Luca ci fa conoscere la pazienza di Cristo: una pazienza d’amore che permette di ricomprendere tutte quelle singole umanità, singoli volti, singole storie di uomini e donne che hanno vissuto con Lui. Così è ancora il Cristo con noi: paziente! Innamorato della nostra inquietudine che dobbiamo imparare a sbilanciare sempre più. Noi viviamo troppo in equilibri che condannano noi stessi e gli altri, eppure abbiamo bisogno di vivere a volte in un equilibrio non stabile, restando un po’ inquieti e gustare su di noi la pazienza di Cristo. Osanna o crocifiggilo? Eppure anche noi siamo così: a volte lo osanniamo, a volte lo tradiamo… e in questa inquietudine che ci appartiene, il Cristo non smette di essere paziente con noi. Patior, verbo latino deponente: si declina in forma passiva, si traduce in forma attiva. Viviamo una sana pazienza in questi giorni santi.