24.01.’16 III^dom (Ordinario-C)

L'OGGI DELL'UOMO: ANNUNCIARE CIO' CHE HA RICEVUTO

oggi di Diodal Vangelo di Luca (1,1-4; 4,14-21)
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Una nuova normalità?

Oggi facciamo i conti con una storia di vita religiosa molto cambiata: fede e vita sembrano sempre più allontanarsi una dall’altra. Credere in Dio non sempre è accompagnato da una prassi di preghiera, di sacramenti, di vita comunitaria: quando questi ci sono, sembra che essi non siano così efficaci nella vita; e quando non ci sono, la vita stessa si priva del suo sguardo vero l’alto, verso il suo oltre. Insomma: è cambiata la vita o la fede? Certamente la vita è entrata da tempo in un deciso cambiamento che già il già il Concilio Vaticano II aveva espresso in tali termini “Le condizioni di vita dell’uomo moderno, sotto l’aspetto sociale e culturale, sono profondamente cambiate, così che è lecito parlare di una nuova epoca della storia umana” (GS, 54). L’uomo cambia, cambiano le sua abitudini, cambiano gli stili di vita e questo non ci spaventa se nel cambiamento tuttavia si tengono fissi alcuni parametri di valori: potranno anche cambiare le scelte, ma dovremmo interrogarci sul perché l’uomo stia mettendo sempre più in discussione i suoi stessi fondamenti umani e spirituali. C’è una nuova normalità che non conosciamo e che dovremmo conoscere? Com’è l’oggi nel quale stiamo vivendo?

Consegniamo quello che abbiamo ricevuto?

L’evangelista Luca consegna una preoccupazione che comprendiamo come formazione delle generazioni future, per cui come «molti hanno cercato di raccontare gli avvenimenti» così anche lui, medico e non apostolo, scrive delle vicende di Gesù «in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto». In fondo anche lui ha ricevuto qualcosa da altri e non si tira indietro dal suo impegno di essere testimone e di raccontare. Perché oggi facciamo così fatica a raccontare quello che abbiamo ricevuto? In fondo se le nuove generazioni di bambini, ragazzi e giovani sanno poco della vita è perché non gliela raccontiamo, così come sanno poco di valori, principi, fede e vita cristiana perché in fondo li lasciamo alla loro responsabilità: forse glieli abbiamo anche consegnati, ma ci si cura poco di crescere con loro. Un corpo cresce ben ordinato perché «ognuno è membro secondo la sua parte» e non perché ciascuno è una monade di se stesso.

L’oggi dell’uomo e l’oggi di Dio

L’oggi che viviamo è da prendere di più sul serio: nell’oggi Dio non fa mancare la sua parola soprattutto quando la si proclama «in mezzo all’assemblea». Gesù è l’oggi di Dio che parla nella sinagoga e prende «il rotolo del profeta Isaia» e annuncia che «oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Il tempo che viviamo è sempre l’oggi di Dio e in esso Dio si fa conoscere con la sua parola, ma i nostri occhi «sono fissi su di Lui»? In ogni nostro “oggi” ciascuno si decide per cosa fare, cosa dire, come vivere, cosa scegliere, dove guardare. Il nostro oggi è tanto caro a noi quanto a Dio: conosciamo alcuni “oggi” dai quali siamo ripartiti, e “oggi” dai quali ci siamo allontanati. Negli uni e negli altri, Dio ha sempre fatto risuonare la sua parola.