31.12.’18 – Ultimo giorno dell’Anno

IL TEMPO E LA QUALITÀ DELLA NOSTRA VITA

tempo-2018

dal Vangelo di Luca (2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Riflessione sul tempo

Con il concludersi di un anno, è doveroso per ognuno fare una sorta di bilancio sulla qualità della vita che ha vissuto in questo tempo. Abbiamo attraversato diversi eventi che potremmo riassumere almeno in tre atteggiamenti che trovano in noi una lettura condivisa. Da una parte abbiamo sentito l’emozione della gioia per un evento particolare, per una situazione risolta, per uno spiraglio di luce dopo aver attraversato il buio e la fatica, soddisfatti di noi. Dall’altra parte abbiamo sentito il peso – e forse ancora lo portiamo con noi – di qualcosa che non ci aspettavamo e ci ha caricato di preoccupazione e di un senso di insoddisfazione e che ancora ci sta interrogando perché ci sta impegnando tuttora. Infine la domanda che spesso abbiamo nella mente e nel cuore per la quale ci interroghiamo se abbiamo fatto bene o se potevamo fare diversamente; se siamo stati onesti con noi stessi o se abbiamo dribblato qualche responsabilità. Di fatto tutte queste situazioni ci hanno interrogato e hanno trovato in noi risposte differenti: ci hanno trovati pronti, attenti e responsabili; ma a volte siamo rimasti imbarazzati con noi stessi senza sapere che fare, cosa dire. Tutto questo rivela il nostro modo stare di fronte al tempo che viviamo: alla chiusura di un anno il bilancio è sulla qualità della vita che abbiamo vissuto e per farlo dobbiamo prenderci un po’ di tempo per stare con noi stessi. Il tempo che ci pare sempre così veloce ci sta schiacciando sempre di più sugli attimi che viviamo e così dimentichiamo troppo facilmente il passato (fare memoria) e non ci sforziamo di vigilare per avere un futuro significativo (educarci alle attese). Ieri, oggi e domani sono proprietà del tempo che passa, ma sono anche categorie che il libro dell’Apocalisse riserva solo al Cristo che Viene “Egli è ieri, oggi e sempre”. Ed è per questo che non possiamo pensare di vivere il tempo lasciando fuori da esso una dimensione più spirituale: il tempo non ci chiede solo di fare qualcosa (lavoro, impegni, passioni, hobbies), ma ci interroga soprattutto su chi siamo, su come viviamo la nostra storia, su come ci stiamo impegnando a darle un senso, un orizzonte, uno sguardo sempre più in là. Più trascuriamo il tempo che abbiamo e più esso si ammala, ammalando a nostra volta: “non ho tempo” è la frase che rispetto ad altre rivela sempre più la nostra fuga da noi stessi, fino a non avere tempo nemmeno per sé. Per tutto ciò non dimentichiamo che la qualità della nostra vita dipende dal tempo. Dunque siamo certi di due cose: anzitutto che il nostro tempo passa e più passa, più si avvicina la nostra fine – e questo ci deve fare riflettere; ma è vero anche che Dio si è fatto visibile nel tempo e lo ha reso sacro, cioè differente, certamente vivibile, consegnandolo alla nostra responsabilità.