8.10.’17 – Madonna del Rosario

LO STRAORDINARIO QUOTIDIANO VIVERE DI MARIA

madonna-rosario-2017dal Vangelo di Luca (1,26-38)
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

Introduzione

Se potessimo fermarci un attimo e potessimo guardare la nostra quotidianità, ci accorgeremmo che nei suoi tratti essenziali essa ci rivela ogni volta chi siamo e chi desideriamo essere. È proprio al cuore delle nostre parole, delle nostre intenzioni, emozioni, desideri, attese, che noi scopriamo il mistero di noi stessi, cioè scopriamo la nostra vera identità: scopriamo perché siamo più tenaci in alcuni momenti, in altri ci sveliamo come decisi e diretti, audaci, speranzosi, in altri siamo più riflessivi, pazienti, attendiamo. In altri ancora incapaci, dubbiosi, vulnerabili, colpiti, delusi, amareggiati. La nostra quotidianità ci si rivela come decisamente straordinaria ogni volta: ogni nostro giorno, ogni nostro momento ci si svela come possibilità di essere differenti. Siamo sempre noi, eppure non sempre siamo gli stessi ogni volta. È proprio a partire da queste nostre quotidianità che noi possiamo rileggere la quotidianità di Maria, e viceversa. Anzitutto la sua straordinarietà sta nella sua vita quotidiana: Maria è una donna che, come Elisabetta e tante altre donne dell’Antico Testamento, ricevono da Dio il dono della maternità. Ma in Maria questo dono è straordinario perché ciò che genera è straordinario: è l’evento dell’incarnazione. Maria è l’Arca Nuova dell’Alleanza tra Dio e l’umanità.

Maria nel vangelo è la donna dell’oggi e del domani

Così il Vangelo – e il racconto dell’annunciazione – ci presenta Maria nella sua quotidianità: una giovane (parthenos) del suo tempo, una giovane, una sposa, una madre, una donna che vive le attese del Messia, che fa della sua vita una vita legata alla fede in Jahwé, capace di casa, «entrando da Lei», capace di meraviglia «rallegrati, piena di grazia», capace di preoccupazioni, «come è possibile?», capace di ascolto, «concepirai un figlio, lo chiamerai Gesù», capace di condivisione, «tua cugina Elisabetta», capace di disponibilità, «eccomi, sono la serva del Signore». Ecco che in Maria possiamo ricomprendere il nostro quotidiano vivere attraversato dalla presenza di Dio: nella nostra quotidianità vive già una straordinarietà, vive già la presenza di Dio.

La vera straordinarietà è la presenza di Dio in noi

È certo: nessuno di noi può più generare nella carne ciò che Maria ha generato, ma ciascuno di noi può ogni volta generare nello Spirito la presenza di Dio nella propria vita. Lo straordinario non è la ricerca di una cosa nuova da fare, da vivere, ma è rendere nuova ogni cosa che già viviamo: siamo sempre alla ricerca di un’evasione, una novità, qualcosa che ci faccia sentire il gusto di vivere ed essere vivi. E forse proprio in questa ricerca sbagliata noi cadiamo nel baratro delle nostre stesse delusioni. Abbiamo bisogno di scoprire che anche Dio vive la sua ordinarietà nelle nostre vicende; abbiamo bisogno di riscoprire che il Dio nel quale crediamo è Lui lo straordinario che sta nelle nostre storie, è Lui che con la sua Parola e la sua Grazia rende straordinarie le nostre vite: differenti, vivibili, amabili. Certo: dobbiamo chiederci quale posto occupa Dio nella nostra vita; se Egli sia riducibile ad atti di preghiera e pietà, o ad atti di azione e carità, o ad atti di comportamento buono e amorevole. Dio in noi è altro e ci rende altri.