SABATO SANTO 11.04.’20

IL SILENZIO

silenzio per sito

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo» (Pg 43, 439. 451. 462-463)
La discesa agli inferi del Signore

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Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce.

Commento
Vogliamo riflettere sul senso del sabato santo. A volte ci scappa un po’ questa giornata perché essendo preambolo della grande veglia pasquale, ci si dedica maggiormente ai preparativi della festa…e questo avviene sia nella liturgia per cui si impegna il tempo a preparare gli altari a festa e che tutto sia pronto e in ordine per vivere la liturgia più complessa dell’anno… complessa perché carica di simboli: la benedizione del fuoco, l’accensione del nuovo cero pasquale, il buio in chiesa rotto dalla luce nuova del cero, la benedizione dell’acqua, l’aspersione memoria del nostro battesimo. L’abbondante lettura della Parola di Dio e la celebrazione dell’Eucaristia dove si rivive e si ripresenta Gesù, vivo e risorto nel segno del Pane e del Vino consacrati: PROCLAMIAMO LA TUA RISURREZIONE NELL’ATTESA DELLA TUA VENUTA.

Ma accanto alla liturgia ci sono anche i preparativi di casa: le ultime cose da acquistare per un buon pranzo pasquale, le corse più o meno ragionevoli per recuperare gli ultimi ovetti da distribuire tra famiglie e da portare ai più piccoli. Insomma, spesso il sabato santo spesso lo passiamo senza ricordare che è IL GIORNO DEL SILENZIO. È il giorno del silenzio sulla terra, nel tempo e nella storia… perché oltre la vita sta succedendo qualcosa di inedito. E’ il giorno in cui Cristo è nel sepolcro, e nel silenzio della morte, dell’angoscia dei suoi discepoli e nel dolore immenso della Madre, Egli scende negli inferi per scuotere la morte e dire alla morte che l’ultima parola sull’uomo è quella del Dio della Vita. Egli va a cercare il primo padre, Adamo, e tutti quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Così dice una antica omelia sul sabato santo, una riflessione di un autore sconosciuto. E come li libera? Portando le armi vittoriose della croce. Dunque la Croce non è una sconfitta, ma una vittoria.

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E, presolo per mano, Cristo lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Risorgi dai morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.

Commento
Ed ecco spiegato il silenzio sulla terra, mentre Cristo è negli inferi a sconvolgere il dramma della morte come fine ultimo della vita: IL SILENZIO e tutto ciò che il silenzio porta con sé e che forse abbiamo imparato a ricoprire in un certo modo in questo tempo di epidemia che ci ha costretto ormai da tempo a vivere in un modo differente. Sì, questo è già un frutto del silenzio: UNA OCCASIONE PER DARSI TEMPO PER PENSARE, PER RIPENSARSI… Sbagliamo se pensiamo che il silenzio sia l’assenza di qualcosa: il Silenzio non esclude le parole, forse ne esclude il suono, ma se ci facciamo caso quando stiamo in silenzio la nostra testa si riempie di pensieri molto di più di quando semplicemente pensiamo o parliamo. E da qui comprendiamo che noi NON FACCIAMO SILENZIO, MA PERMETTIAMO AL SILENZIO DI ABITARCI, DI VIVER CON NOI. Facciamo molta fatica a comprendere questo, perché il silenzio per tanti di noi è come dire “staccare la spina”, “non avere gente tra i piedi”, “ stare in pace con se stessi senza preoccupazioni”… Certo IL SILENZIO NON LO SI PUÒ ASCOLTARE NEL CAOS, NEL FRASTUONO non solo del rumore esteriore, ma anche di quello interiore. Oggi è il giorno in cui dobbiamo pensare che nella nostra vita serva fare i conti anche col silenzio, cioè dobbiamo pensare al silenzio come occasione per mettere ordine un pochetto noi stessi; il silenzio ci aiuta persino a semplificare ciò che a volte noi rendiamo complesso: pensiamo quando siamo impulsivi nelle nostre relazioni, e se invece ci facciamo caso, quando abbiamo tempo per pensare le parole da dire, di fatto ne diciamo meno, siamo meno impulsivi e più ragionevoli. Il silenzio infatti ci permette di concentrarci un po’ di più e di non essere superficiali, qualunquisti.

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E ancora Cristo disse ad Adamo negli inferi: Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. Sorgi, allontaniamoci di qui.

Commento
Da ultimo, forse non consideriamo che il silenzio ci permette non solo di conoscere meglio i nostri pensieri, ma addirittura ci offre l’occasione per ascoltare il proprio corpo. Questo non lo consideriamo mai. Pensiamo a quante volte la fretta che abbiamo vissuto finora ci ha tenuti lontani dal nostro corpo, tanto che è proprio il nostro corpo a darci il segnale che non siamo più in una piena unità con lui, cioè mente, cuore e spirito non sono più così allineati. E dunque il corpo si ammala, si accascia su di sé, si fa sentire e ci chiede di ascoltarlo. Non basta una pastiglia per tornare alle cose di sempre: il corpo chiede il silenzio, per cui il riposo, e la quiete.

Sabato Santo è pensare, allora, al silenzio di Cristo nel sepolcro e al suo rumore negli inferi: Adamo può lasciarsi prendere per mano da Cristo perché la Parola di Gesù ha rotto il caos delle sue tenebre. OGGI VIVERE IL SILENZIO SIGNIFICA CERTAMENTE FARE SILENZIO, MA ANCOR PIÙ SIGNIFICA FAR ABITARE IL SILENZIO IN NOI.