15.02.2023 – II^ Tempo Ordinario /A

GESU' E GIOVANNI IL BATTISTA: UNA RELAZIONE DA RISCOPRIRE

sguardo relazione

Ecco l’agnello di Dio”: è l’espressione ultima con cui Giovanni il Battista riconosce e indica Gesù alle genti sul fiume Giordano prima di uscire dalla scena, di venire arrestato, incarcerato e martirizzato a causa del suo essere divenuto discepolo di Gesù dopo una vita di parole e modi di vivere che lo hanno reso credibile persino di fronte ai suoi stessi nemici, e quindi temuto e considerato pericoloso. Cosa c’è dietro questa espressione? Dietro all’espressione “agnello” (in aramaico “talja”) si nasconde un duplice significato: esso significa sia agnello sia servo. Agnello, perché Gesù offrirà la sua stessa vita sulla Croce come sacrificio e offerta a Dio Padre per tutti i peccati dell’umanità; ma anche Servo, cioè obbediente al Padre, al sevizio di un amore più grande.

 Una relazione costruita nel nascondimento

Giovanni il Battista, che fino ad allora è stato maestro di Gesù nel nascondimento in quella società di uomini che si ritrovavano presso le grotte di Qumran tra la città e il deserto, ora lo svela alle genti. Lo riconosce e lo presenta davanti a tutti nonostante non abbia ancora manifestato la sua potenza divina; nonostante non abbia ancora rivelato di essere il Messia. E Giovanni può fare questo perché ha certamente costruito una relazione con Gesù, e lo ha fatto nel silenzio: ha assaporato la sua persona, il suo stile, il suo volto, le sue parole ancora nascoste. Certamente si sarà accostato a lui con tremore ma anche nella piena coscienza di essere stato scelto come suo precursore. E lì, in quella relazione ha compreso di essere il suo vero e autentico testimone: eppure Giovanni non ha raccontato nulla di Gesù, si è solamente limitato a preparare il popolo ad accoglierlo, a conoscerlo, ad amarlo. Come testimone Giovanni potrà dire certamente qualcosa di Gesù, ma non tutto: dovrà lasciare a Gesù il compito di svelarsi; non si arrischia di dire lui ciò che non deve, non si mette al centro, non è auto esibizionista, ma rispetta la verità di Gesù, quasi ad attendere anche lui che si sveli per conoscerlo meglio. Lo avevano persino interrogato se fosse lui quell’Elia che doveva venire, o il grande profeta atteso, o se fosse addirittura lui il Messia promesso: no! Giovanni il Battista, pur avendo tutte le qualità, ha saputo trovare il giusto posto nella sua relazione con se stesso e con Gesù.

 Il giusto posto nelle nostre relazioni

Questa è la cifra delle giuste relazioni! Ciascuno di noi ha accanto delle persone con cui “definisce” la sua vita: costruisce dei limiti, ad altri concede di avvicinarsi, ad altri ancora di entrare, di condividere, di essere confidenziale, fino a giungere a quelle relazioni di autentica intimità. Le nostre parole i nostri gesti, i nostri tempi, i nostri silenzi costituiscono il tutto di una relazione, come anche le attese, le speranze, le fatiche, le indecisioni, i timori, le titubanze. Ciascuno di noi racconta la sua vita attraverso infiniti modi che si assembrano e si incatenano divenendo unici e irripetibili. In questo modo ciascuno di noi si auto-definisce e così impariamo a conoscerci e a distinguerci per costruire relazioni vere e autentiche: ci si mette gli uni in ascolto degli altri; a volte nascono distanze più che intese, altre volte – invece – ci meravigliamo del bello e del buono che c’è in altri. Di alcuni ci mettiamo in ascolto, altri li cerchiamo, altri ancora se possibile li evitiamo. Per questo alcune relazioni sono più intense, altre meno; alcune più amicali, altre affettive; alcune di stima, rispetto, confidenza; altre decisamente distanti. Ciascuno di noi deve stare attento a non invadere la vita dell’altro, ma entrare in punta di piedi nel terreno altrui per crescere in una progressione continua. Così, al modo di Giovanni, è anche un suggerimento per rivedere la nostra relazione con Gesù. Molti lo amiamo e vogliamo conoscerlo sempre più, molti altri lo hanno abbandonato con la pretesa di aver conosciuto tutto di Lui. Uno stile importante da recuperare nelle relazioni, nella fede, e in tutta la Chiesa, discepola e sposa, impegnata a stare al suo posto nella sua relazione col suo Sposo.