Prima domenica di Quaresima (9.03.14)
Attraversando il proprio deserto: Satana umilia la nostra umiltà
Quel deserto che noi attraversiamo
C’è un deserto che ciascuno di noi attraversa: quello della propria miseria. La povertà e il peccato non erano presenti nell’ordine e nell’armonia del creato, eppure da sempre ci appartengono e diventano parte di noi ogni volta che scegliamo di cadere nella tentazione del potere, della vittoria, della rivalsa. Così è per il primo uomo Adamo, uomo nato dal suolo e di cui porta impresso sul suo volto il nome della terra (Adamah), terra che è giardino da abitare (Eden) coi suoi germogli, piante e frutti. In questa armonia Dio consegna all’uomo la parte più divina, la libertà, che egli dovrà gestire ogni volta che verrà interpellato da tutto ciò che sta fuori o dentro di sé. Ciò che rende divino l’umano è l’Immagine di Dio che dimora nell’uomo grazie al soffio, alito di vita che lo costituisce essere vivente. Gesù, nuovo Adamo, è uomo in mezzo agli uomini e Dio dentro una storia di uomini che avranno a che fare col divino seminato in loro. Non sarà esente dalla tentazione: la prova sarà al suo fianco, sempre, e dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame, ecco il tentatore.
Il tentatore accusa la nostra dignità di figli di Dio
L’esperienza di Gesù nel deserto è paradigma di una tentazione che è presente nella nostra vita: ben sappiamo come essa si presenti nel momento più alto della nostra fatica. Solo quando siamo stremati, nel corpo, nello spirito, nella volontà, nel desiderio, ecco venire al nostro cospetto il tentatore, Satana, colui che accusa la nostra debolezza, umilia la nostra umiltà, schernisce la nostra figliolanza divina. Egli è capace di metterci di fronte alle nostre vergogne non per purificarle, ma per trasformarle in terreno di potere, di vendetta, di cattiveria. Così, di fronte a Gesù, Figlio di Dio, il tentatore lo accusa di una sola grande verità se sei il Figlio di Dio: quale tentazione più grande distogliere quello sguardo che Gesù ha sempre rivolto al Padre? Ecco che troppi cristiani hanno ascoltato quella voce diabolica che, nella sua radice semantica, si presenta per dividere e dividerci, separarci da Dio e gli uni gli altri perché egli possa dominare la scena e distruggere l’armonia del creato che sta fuori e seminato in noi. Nella fatica, non alzare più gli occhi, non implorare la benedizione divina, non alimentare la tua ricerca verso Dio, ma sii padrone della tua storia, vivi la tua indipendenza, coltiva ogni tua distanza, non smettere di accusare, vedi il male che c’è attorno a te e combattilo con altro male, diffondi la parola della cattiveria, inganna le parole con altre parola, vivi il sospetto e semina nel cuore di altri il giudizio. Questo è il tentatore! Il divisore! Dove sta la nostra forza? Vattene Satana, sta scritto: Gesù vince la tentazione con la Parola di Verità, perché Egli è la Parola di Dio. Una Parola che Paolo chiama grazia di Dio. Viviamo la Quaresima come tempo della Parola e non delle infinite parole che diciamo. A volte vuote. Spesso cattive. Speriamo mai accusatrici.